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Da papa Francesco nel centesimo anno della nascita del Beato Luigi Novarese. Testimonianze. (Diocesi di Pescara)
Una giornata speciale: l’incontro con Papa Francesco!
Sin dall’11 maggio 2013, giorno della beatificazione del nostro padre fondatore, Monsignor Luigi Novarese, attendevamo con ansia di poter incontrare da vicino Papa Francesco. Le voci si rincorrevano da mesi e si attendeva con ansia la data. Finalmente il 30 aprile arriva la grande notizia: il Pontefice ci concederà un’udienza privata il giorno 17 maggio! Tutte le diocesi si attivano per poter organizzare al meglio la giornata e anche nella nostra Pescara i preparativi sono febbrili e giungiamo nel giro di poche ore a riempire ben 2 pullman grandi e un pulmino. La mattina del grande giorno si parte alle 6.30 e l’entusiasmo è alle stelle: tutti speriamo di vedere da vicino il Papa, di poterlo toccare, scambiarci un saluto o un sorriso. Arrivati in sala Nervi siamo subito sommersi dalla gioia di tutti i partecipanti ed è bello, in attesa del Santo Padre, poter salutare amici delle altre diocesi, riabbracciare persone con cui si è condivisa in passato un’esperienza significativa. Alle 12.30 finalmente arriva Papa Francesco e l’aula si colora dell’arancio delle sciarpe sventolate da tutti gli oltre 5000 partecipanti accorsi da ogni parte del “mondo CVS”. Dalle prime parole del Pontefice ci si accorge però che è un po’ febbricitante e infatti il suo discorso dura solo circa 15 minuti, apparentemente pochi per chi ha percorso chilometri per incontrarlo ma tanti per l’importanza delle parole e riflessioni che ci ha detto. Il suo discorso ha riguardato il tema della sofferenza e la sua valorizzazione, valore chiave del carisma del CVS, e ci si è soffermati sulla beatitudine “Beati coloro che sono nel pianto”. Papa Francesco ha detto:“Con questa parola profetica Gesù si riferisce a una condizione della vita terrena che non manca a nessuno. C’è chi piange perché non ha salute, chi piange perché è solo o incompreso… I motivi della sofferenza sono tanti (…) Ma dicendo ‘beati quelli che sono nel pianto’ Gesù non intende dichiarare felice una condizione sfavorevole e gravosa della vita”. La benedizione finale è consistita nell’affidarsi a Maria, la nostra Mamma celeste di cui Monsignor Novarese era tanto devoto, perché: “Lei sa, lei conosce le sofferenze e ci aiuta sempre nei momenti più difficili”. A quel punto, essendo febbricitante, sarebbe stato logico che ci salutasse da lontano e “si rifugiasse nelle sue stanze”, ma Papa Francesco è abituato a stupirci ed è sceso tra i malati a salutarli. Quanta emozione c’è stata sia per chi è riuscito a toccarlo sia per chi, come me, ha assistito a questa scena da lontano perchè mi è sembrato di trovarmi indietro di circa 2000 anni, quando la folla “assediava” Gesù e l’emorroissa sperava di poter toccare anche solo un lembo del suo mantello per poter essere guarita. Ed è proprio questa sensazione che mi ha accompagnato per tutto il resto della giornata ed è il ricordo più bello e forte di questa giornata speciale.
Angela Circeo – CVS Pescara