Da Papa Francesco nel centesimo anno della nascita del Beato Luigi Novarese. Testimonianze. (Diocesi di Taranto)

DSC00378UDIENZA CON PAPA FRANCESCO – CVS TARANTO
 L’attesa è stata lunga, piena di gioia e nello stesso tempo di ansia, perché si diceva che il Papa non stava bene e qualcuno paventava che sarebbe potuto essere sostituito da un cardinale.
Ma quale sarebbe stata la delusione, l’amarezza degli oltre cinquemila presenti in Aula Paolo VI, che attendevano di vedere, di ascoltare, forse di toccare Papa Francesco?
Molti erano a Roma dal giorno precedente; il CVS di Taranto invece era partito con due pullman la sera del 16 maggio, affrontando i disagi della notte, ma con la speranza e la gioia nel cuore.
Al mattino del giorno atteso eravamo in Piazza Sant’Uffizio poco dopo le sette e ricevere la sciarpa arancione con l’effige stampata di Monsignor Novarese, salutare gli amici delle altre diocesi che arrivavano, rivedere facce conosciute, ammirare le divise delle Guardie Svizzere, sapere che di
lì a qualche ora avremmo incontrato il successore di Pietro era già una festa. Dopo il passaggio attraverso la porta con il metal detector, l’ingresso nell’Aula Nervi è stato piuttosto veloce: ognuno si muoveva in modo frettoloso, alla ricerca del posto da cui avrebbero potuto vedere meglio il Papa.  Si sapeva che egli non sarebbe arrivato prima delle dodici, per cui nelle due ore precedenti il suo arrivo si sono susseguite testimonianze, canti, preghiere composte da Mons. Novarese, recitate da un attore romano, amico dei SOdC, il tutto saggiamente presentato dall’amica Isabella Di Chio.
Man mano che il tempo passava l’attesa e l’entusiasmo crescevano; le sciarpe si agitavano volteggianti e si udivano le acclamazioni ritmiche accompagnate dal battito delle mani:“Francesco…Francesco…Francesco!”
Quando sulla gradinata antistante la stupenda scultura del Cristo Risorto si sono sistemate cinque Guardie Svizzere e i “sediari” si sono appostati nei pressi della porta di accesso all’aula, abbiamo capito che il momento era vicino. Al centro era già pronta la sedia bianca sulla quale avrebbe preso posto il Papa…..Eccolo!… La sua figura bianca è apparsa prima piccola, poi sempre più grande e vicina. Il suo incedere un po’ claudicante ed il sorriso disegnato sulle labbra sono stati accolti da urla festanti e da applausi, dai flash delle macchine fotografiche, dallo sventolio delle sciarpe, dal: “Viva il Papa!”
Finalmente l’ansia dell’attesa ha lasciato il posto alla gioia e all’emozione.
Mentre don Janusz gli rivolgeva parole di saluto e di ringraziamento, a nome dei Silenziosi Operai della Croce e dei Centri Volontari della Sofferenza, rinnovando l’impegno dell’Associazione a sostenere il suo ministero, il Papa lo ascoltava con attenzione, ma quando Paolo Marchiori, Volontario della Sofferenza di Brescia, gli ha assicurato che tutto il CVS vuole proseguire l’apostolato ed offrire le sofferenze per le sue intenzioni, Papa Francesco lo ha raggiunto e lo ha baciato affettuosamente.
Poi è stato lui a parlare. Nel suo discorso ha detto che la sofferenza non è un valore in se stessa, ma una realtà che Gesù ci insegna a vivere in maniera giusta, cioè non in atteggiamento passivo, lasciandosi andare alla rassegnazione, tanto meno alla ribellione o al rifiuto, ma accettandola con fiducia e speranza, mettendo in essa l’amore di Dio e del prossimo.
E’ quanto ci ha insegnato il nostro Beato Fondatore Mons. Novarese, che il Papa ha ricordato come “Apostolo dei malati”, che ha fatto comprendere la necessità di valorizzare le proprie sofferenze e di impegnarsi in un’azione apostolica guidata dalla fede e dall’amore per i fratelli. Il Papa, dopo averci invitato a pregare la Vergine Maria e a pregare anche per lui ci ha benedetto, iniziando poi a scendere le scale per il saluto ai presenti.
Credo che nel cuore di ognuno di noi ci fosse la speranza di toccarlo, di baciargli la mano, di incontrare il suo sguardo, soprattutto in quelle persone che con tante difficoltà hanno affrontato il viaggio.
Il Papa è passato nel corridoio centrale salutando e benedicendo i più vicini alle transenne, lasciando in tutti la gioia delle sue parole:” Grazie per essere venuti;….Voi siete un dono per la Chiesa;…Voi persone disabili potete diventare sostegno e luce per altri sofferenti.”  Un programma questo da vivere fino al prossimo centenario della nascita del Beato Luigi Novarese.
                                              
Gabriella Lumaca