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In pellegrinaggio alla Santa Sindone
Ad un anno esatto da sabato 17 maggio 2014, data dell’incontro a Roma per l’udienza dal Santo Padre Papa Francesco, domenica 17 maggio, insieme al Centro Volontari della Sofferenza, siamo andati, a livello regionale, in pellegrinaggio alla Santa Sindone.
Inutile dire che è stata un’esperienza molto bella, sia perché è sempre una gioia ritrovarsi con i fratelli del CVS e celebrare questa volta insieme due cose: una data (17 maggio) molto significativa per il Beato Luigi Novarese, abbinata all’emozione ed al significato che ognuno da’ al pellegrinaggio ed alla Sindone stessa.
Ci siamo incamminati silenziosamente, con i nostri ammalati e sofferenti, lungo il percorso che porta in Duomo, ripercorrendo la vita dei nostri Santi e Beati Piemontesi, pregando sia insieme che nell’intimo del nostro cuore, condividendo attimi di vita con persone provenienti da posti vicini e lontani e … finalmente eccoci davanti la “ Sindone – Immagine dell’Amore più grande”; specchio in cui è riflesso tutto il dolore del mondo: l’ebreo dei lager, il deportato dei gulag, il partigiano torturato e trucidato, le vittime innocenti di tutte le stragi, ma anche il lebbroso, l’infetto, l’emarginato, il clandestino, il povero, il diverso.
A pensarci bene, questo breve tratto di strada condiviso, sembra un po’ il viaggio della nostra vita che ci porterà, un giorno, davanti non più solo alla sua Immagine – per tanti “scandalo della Croce”, per noi credenti “utopia d’Amore” – ma alla contemplazione in eterno del suo Volto Glorioso.
Da qui l’emozione, lo stupore ed il rendersi visivamente conto di quanto dolore è costata al Figlio di Dio la nostra salvezza, con una immensa gratitudine per il suo Amore, confidando nella sua Misericordia.
Abbiamo potuto scambiare e condividere la nostra esperienza di “Volontari Lettori per la Sindone” con alcuni amici del CVS che abbiamo scoperto essere volontari della Sindone come noi, come, per citarne una per tutti, Maria, che nonostante sia non vedente, con gioia ha saputo andare oltre il limite del suo handicap ed offrire la sua voce per leggere durante la Santa Messa del pomeriggio o, come volontaria lettrice accanto alla Sindone.
Dopo la visita e la preghiera in Duomo, siamo andati al Sermig, dove, abbiamo condiviso il pranzo e potuto assistere alla Santa Messa celebrata dall’Arcivescovo di Torino Mons. Cesare Nosiglia.
Molto toccante è stato il percorso di visita al Sermig dove, abbiamo potuto inoltre approfondire la nostra conoscenza su questa “realtà” importante per Torino, grazie al racconto di alcuni giovani volontari e a filmati riguardanti la storia del Sermig ed “interviste” ad alcuni dei loro ospiti, con le loro storie di dolore e speranza.
Siamo stati molto colpiti dai loro racconti, perché un conto è sentire fatti di cronaca o storie che, ogni giorno, i media trasmettono purtroppo dando un loro messaggio distaccato e talvolta condizionato, senza trasmettere al cuore dell’ascoltatore partecipazione ed emozione; un conto è, invece, sentire e vedere queste persone che hanno affrontato viaggi e prove disumane per approdare in una terra che possa dare anche a loro pace e libertà o meglio … semplicemente questo: la speranza di un futuro.
È stato un sentirsi spettatori impotenti ed allo stesso tempo un desiderare di poter in qualche modo diventare attori, per poter fare di più, perché come diceva un giovane volontario del Sermig, “tante piccole cose ne fanno una grande”.
Queste poche righe sono la sintesi di un incontro che ha avvicinato l’uomo e la sofferenza davanti all’Immagine della Sindone – “icona del Sabato Santo” (come è stata definita da Benedetto XVI) , segno sì della sofferenza e della morte da cui ogni essere umano deve passare, ma nel contempo anche segno sicuro di Resurrezione e di Vita Eterna.
Giovanni e Simona Bono.
Fratello e sorella dei malati del CVS Torino