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I primi quarant’anni di cammino del CVS di Bari-Bitonto
Il CVS di Bari-Bitonto è giunto al suo 40° anno di vita. Tanto tempo è passato da quando un gruppetto di “seminatori di speranza”, sollecitato dal CVS di Taranto, ha partecipato agli Esercizi Spirituali a Valleluogo e lì si è innamorato del carisma del Beato Luigi Novarese. Tornato a Bari, il gruppo di fedeli ha dato il via all’apostolato nelle parrocchie della Diocesi, che ha portato alla fondazione di numerosi Gruppi d’Avanguardia e alla nascita e maturazione dei Settori. Ora siamo circa 170 appartenenti al CVS, non contando i numerosi simpatizzanti, e contribuiamo ad animare la pastorale della salute a Bari e nei paesi della Diocesi.
L’evento celebrativo del 40° anniversario è stato programmato sin da prima dell’estate, facendolo coincidere con la Giornata dell’Adesione come segno che, mentre facciamo memoria del nostro passato e per esso ringraziamo il Signore, restiamo aperti al futuro, per accogliere e far fruttificare i doni che lo Spirito ci elargisce. In questa stessa prospettiva abbiamo cercato un incontro-testimonianza che potesse ampliare il nostro sguardo e darci nuovo slancio. Abbiamo perciò invitato Simona Atzori, la nota pittrice e ballerina che fa della sua vita una danza e un volo pur non avendo le braccia la quale ha risposto al nostro appello con grande disponibilità.
Domenica 23 novembre, solennità di Cristo Re dell’Universo, ci siamo riuniti presso la Chiesa di S. Giovanni Bosco in Bari. L’aula liturgica capiente e luminosa ci ha accolto per la S. Messa e il successivo incontro con la nostra ospite che prima della Messa ha avuto modo di concedere una rapida intervista alla troupe di RAI TG Puglia, venuta per l’occasione.
La S. Messa è stata presieduta dall’Assistente don Vittorio Borracci. Ventidue persone – 10 Volontari della Sofferenza e 12 Fratelli e Sorelle – hanno espresso la loro adesione al CVS per la prima volta, ricevendo lo Statuto e il Rosario dalle mani del vice-Assistente don Mimmo Chiarantoni. Nei loro volti si riconoscevano l’emozione e la gioia dell’appartenenza. Tutti abbiamo rinnovato le promesse di fedeltà al carisma e l’affidamento alla Beata Vergine Maria. Alcuni canti durante la liturgia eucaristica sono stati sottolineati dalla danza dei ragazzi del nostro Gruppo Attivo, coordinati da Annalisa Caputo.
La partecipazione alla S. Messa è stata ampia e viva. Tra la Messa e la testimonianza di Simona Atzori, vi è stato un breve momento commemorativo, in cui sono state consegnate due targhe intestate ad Emmanuele Fiore e Rosa Sinisi, fondatori e colonne del CVS di Bari-Bitonto dal primo all’ultimo giorno, in segno di riconoscenza. Per Emmanuele l’ha ricevuta sua sorella Graziella, che è vissuta con lui assistendolo con carità e lasciandosi coinvolgere dalla vita associativa. Per Rosa l’ha ritirata don Vittorio, anche lui civuessino della prima ora nella nostra Diocesi, poiché insieme hanno dato un contributo e un’impronta sostanziali al CVS non solo di Bari ma anche di tutta la Puglia. Rosa stessa ha contribuito ad organizzare questo evento fino al momento del suo ricovero in ospedale.
Per la seconda parte del pomeriggio molte altre persone si sono aggregate, rispondendo agli inviti che avevamo inviato a diverse realtà religiose e civili, fino a rendere la chiesa gremita e a richiedere un supplemento di sedie. Dovevamo essere in tutto circa 400 persone: il colpo d’occhio era davvero emozionante. In particolare ci ha riempito di gioia la presenza di un gruppo del CVS di Bisceglie e uno del CVS di Andria, Centri di cui il nostro ha sostenuto i primi passi qualche anno fa.
La testimonianza di Simona Atzori è iniziata con un video di presentazione, in cui ha ricordato brevemente alcuni dei momenti più significativi della sua vita e della sua attività. Quando ha preso la parola, ha meravigliato tutti con il suo stile comunicativo diretto e vivace e con il suo atteggiamento solare. Ci ha ricordato che molto spesso i limiti sono soprattutto nella mente delle persone, che pensano che – ad esempio – una persona senza braccia non possa tenere un microfono, mangiare da sola o ballare. E invece si può fare, basta che ognuno trovi il modo più adatto alle proprie caratteristiche: lei usa i piedi come fossero mani per dipingere, truccarsi e usare tutti gli oggetti della vita quotidiana, e ha perfezionato un personale stile di danza che non ha bisogno delle braccia. Simona ha sottolineato, inoltre, l’importanza della famiglia, che è il primo ambiente in cui le barriere possono essere create o abbattute e che può incoraggiare sin da piccoli i figli a trovare la propria strada, superando le difficoltà con determinazione e serenità. L’incontro è proseguito con una serie di domande e risposte, in cui abbiamo “provocato” la nostra ospite con interrogativi sia generali sia personali e lei ci ha “provocato” a sua volta con risposte che volavano davvero alto.
Al termine dell’incontro, dopo un sentito ringraziamento e un tributo di applausi, le abbiamo donato i nostri tesori: la biografia del Beato Luigi Novarese e un presepe realizzato artigianalmente da volontari del Gruppo Attivo insieme a fratelli e sorelle. Non è mancato uno spazio per scattare foto-ricordo della giornata, in cui molti hanno approfittato per salutare di persona la nostra nuova amica.
C’è davvero tanto di cui ringraziare il Signore, ad appena due mesi dal distacco dalla nostra Rosa Sinisi. Siamo convinti che da lassù ci abbia guardato soddisfatta e – insieme al Beato Novarese, a sorella Elvira Myriam Psorulla, ad Emmanuele Fiore e a tutti gli altri “civuessini di lassù” – continuerà a sostenerci nel cammino che abbiamo ancora davanti a noi, per espandere il carisma associativo e la valorizzazione della sofferenza nella nostra Diocesi.
Floriano Scioscia