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Messaggio Natalizio 2012
“Lasciati afferrare dal mistero storico della nascita di Gesù…
Per me, proprio per me Egli si è incarnato” (Luigi Novarese).
Sorelle e fratelli,
l’avvicinarsi del Santo Natale ci consegna, accanto al presepe e all’albero, l’augurio evangelico: “Vi annuncio una grande gioia… è nato per voi un Salvatore” (Lc 2,10-11). Permettete che questo annuncio entri nelle vostre famiglie per deporlo in ogni cuore, come un dono, e che diventi anche il nostro augurio natalizio.
È in questo clima di attesa e di ripresa che rivolgo, a nome del nostro Moderatore generale, don Janusz Malski, un particolare grazie a tutti Voi che svolgete il Vostro impegno apostolico e compito ecclesiale. In questi mesi di preparazione alla Beatificazione del nostro Padre Fondatore mons. Luigi Novarese stiamo trovando in Voi cordiale collaborazione e comunione. L’impegno della nuova evangelizzazione deve ulteriormente approfondire la coscienza di essere al servizio della Chiesa.
Mons. Novarese ci suggeriva di ripetere lentamente assaporando il mistero che si dischiude: «Per me, proprio per me Egli si è incarnato». Ed è proprio il mistero di Gesù fatto uomo che ci aiuta a riconoscere che la malattia e la sofferenza sono parte ineliminabile dell’esperienza di ogni persona, sono un segno della nostra fragilità umana e, se vissute nell’amore ricevuto e donato, hanno un senso e un valore di salvezza. Nella tua sofferenza e nel tuo dolore è racchiusa una grande forza evangelizzatrice e missionaria. Tu puoi donare a tutti un apporto prezioso per ritrovare il senso nascosto nella malattia e nell’infermità. Con il tuo incontenibile amore alla vita, puoi mostrare quanto valga la vita che il Signore ci dona. Con la tua pazienza e speranza, puoi essere “maestro di vita” per ciascuno di noi e per l’intera società. Pregando e unendo le tue sofferenze a quelle di Gesù puoi collaborare con lui alla salvezza del mondo.
A Natale le tue lacrime si confondono con le lacrime di Dio e la sua gioia diventa la tua gioia, gioia che nessuno può toglierti (cfr. Gv 16, 22), in questo memoriale sempre nuovo dell’incarnazione del Figlio di Dio.
Ogni storia, infatti, ricomincia a Betlemme, dove Dio ha dato appuntamento ad ogni uomo. Perché a Betlemme nasce ed ha casa la nostra speranza. A Betlemme ogni vita ritorna nel circuito dell’amore di Dio. A Betlemme siamo fasciati da un grande silenzio: Maria e Giuseppe non parlano; i pastori ammirano; neanche Gesù, che è la Parola eterna fatta carne, parla nella notte di Natale. E’ il racconto del silenzio; è il silenzio stesso di Dio, che ci invita a contemplare e ad ascoltare le parole del creato, già parole di Dio. E siamo chiamati – perché sia Natale nella Chiesa – a fare della nostra vita la testimonianza, ad ascoltare il canto degli angeli: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama” (Lc 2, 14).
Questo canto è il regalo della vita nuova, mentre contempliamo Maria che “nella notte di Natale prenderà Gesù e lo deporrà nel tuo cuore” (Luigi Novarese).
Buon Natale, carissimi. Buon Natale!
Responsabile per l’apostolato
d. Armando Aufiero