Convegno a Pescara su "Di fronte al dolore quale guarigione"
- 13 anni fa
- Il Convegno è stato organizzato dall’Arcidiocesi Metropolitana di Pescara – Penne, dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute... [leggi altro]
Ricordo affettuoso di Andrea Ferrucci di Perugia, morto sul treno diretto a Lourdes
La chiesa parrocchiale di Ponte Felcino (Perugia) era gremita. Tanta gente in piedi a rendere omaggio ad Andrea Ferrucci, 36 anni, disabile da 28 dopo un incidente stradale, morto improvvisamente per soffocamento da cibo mentre si recava a Lourdes insieme a tanti altri partecipanti al pellegrinaggio nazionale della Lega Sacerdotale Mariana e del Centro Volontari della Sofferenza (22 – 29 luglio 2010).
Da Perugia era partito un gruppo di 80 pellegrini insieme all’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, a vari sacerdoti, religiosi, religiose e laici. Andrea era un simbolo per Ponte Felcino, per la parrocchia, per il CVS di Perugia. Apprezzato ed benvoluto da tutti. Sempre partecipe alle varie iniziative, specialmente agli incontri settimanali presso la Casa Emmaus di Lidarno.
Sapeva donare compagnia, amicizia, simpatia. Alla celebrazione eucaristica di suffragio tenuta il 26 luglio scorso, presieduta dal Vicario Generale mons. Paolo Giulietti, hanno partecipato don Armando Aufiero Silenzioso Operaio della Croce, la Comunità religiosa che guida ed accompagna le opere del Centro Volontari della Sofferenza in Italia e nel mondo., don Simone Sorbaioli in rappresentanza del parroco don Alberto Veschini assente per motivi pastorali e don Stefano Orsini parroco di Magione.
La morte improvvisa di Andrea è stata una forte occasione di riflessione e di verifica per tutti. perché è normale tirare un bilancio della vita di una persona specialmente quando giunta al termine.
Che bilancio si può fare della vita di Andrea? Due almeno le prospettive tanto diverse tra loro.
La prima prendendo come riferimento i criteri del mondo, seguendo la mentalità corrente. Non sarebbe un grande bilancio.
Un ragazzo di 36 anni per 28 anni costretto su una carrozzella. Una vita dura di privazioni e di sofferenza anche se piena dell’amorevole cura della mamma, dello zio, dei parenti, del vicinato, del paese, della parrocchia, del Centro Volontari della Sofferenza.
Umanamente parlando si può dire che la vita non abbia riservato grandi cose ad Andrea e alla sua famiglia duramente provata.
Ma c’è un secondo modo di valutare le cose basato su altri criteri quali la dignità della persona umana ancor più esaltata quando colpita da disabilità e la fede in Gesù Cristo anch’egli morto giovane a 33 anni inchiodato su una croce con lo scopo preciso di prendere su di sé tutte le debolezze degli uomini e riconciliare con Dio l’Umanità decaduta portando a compimento l’opera di salvezza affidatagli dal Padre. Egli risorgendo ha distrutto la morte e ha dato senso e nuova speranza ad ogni esistenza umana specialmente se carica di sofferenza e di dolore.
Il discepolo non può essere da meno del suo maestro – ha detto Gesù. Chi vuol essere discepolo di Gesù deve saper prendere la sua croce e seguirlo. Da un seme che muore sotto terra nasce la pianta, nasce la vita. Lo aveva ben compreso l’apostolo Paolo quando è arrivato ad affermare: Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella carne quello che manca ai patimenti di Cristo a favore della Chiesa (Col. 1,24).
Il grande papa Giovanni Paolo II che con la vita ha testimoniato al mondo intero come si vive il tempo della malattia, ebbe a definire la sofferenza non un modo semplice di vivere l’amore, ma un modo speciale per “amare di più”,un vero e proprio valore aggiunto all’amore cristiano.
E’ significativo quello che l’attuale papa Benedetto XVI ha scritto nella sua prima enciclica sulla speranza cristiana (n. 37)” Non è lo scansare la sofferenza, la fuga davanti al dolore, che guarisce l’uomo, ma la capacità di accettare la tribolazione e in essa di maturare, di trovare senso mediante l’unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore”.
Questa visione cristiana porta a fare della vita di Andrea un bilancio considerevole, sostanzioso, riservato a pochi. Noi del CVS abbiamo avuto il privilegio di frequentare ed accompagnare Andrea in tanti anni e abbiamo visto come egli abbia progressivamente maturato questa comprensione, oltre la rassegnazione sino all’offerta della propria vita in unione a quella di Cristo per il bene della Chiesa e della società. Una testimonianza, una eredità, una vera e propria lezione possiamo dirlo, che Andrea lascia a ciascuno di noi perché si sia quotidianamente capaci di autovalutare la propria vita, la propria esistenza.
Ognuno di noi è unico e irripetibile e allo stesso tempo tanto fragile.
Il salmo 89 così recita: finiamo i nostri anni come un soffio. Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, ma quasi tutti sono fatica, sono dolore, passano presto e noi ci dileguiamo. Insegnaci o Signore a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore.
Grazie ad Andrea per la vita vissuta e donata intensamente. Anche se rattristati per la sua morte, gioiamo per lui e con lui che, siamo certi, sta godendo il premio riservato ai giusti, a coloro che nella loro vita hanno seminato e donato solo il bene, gratuitamente, senza chiedere nulla in cambio.
Grazie alla famiglia di Andrea, alla sua mamma in particolare, per la dignità, il coraggio, l’affetto, l’amore con cui si è presa cura di lui. Tutta la nostra riconoscenza e il nostro affetto.
Noi sappiamo come continuare a volere bene ad Andrea. E’ da sempre una convinzione fondamentale della Chiesa e resta ancora oggi una confortante esperienza, il sapere che alle anime dei defunti può essere dato ristoro e refrigerio mediante l’eucaristia, la preghiera e l’elemosina. Sapere che l’amore può giungere fin nell’aldilà, che sia possibile una vicendevole dare e ricevere, nel quale rimaniamo legati gli uni agli altri con vincoli di affetto oltre il confine della morte (Benedetto XVI).
Pasquale Caracciolo
Responsabile diocesano
CVS di Perugia
Carissimi fratelli del CVS di Perugia,
noi, che ci sentiamo veramente parte di un'unica famiglia siamo vicini a voi e alla mamma di Andrea in questo momento di dolore umano. Con voi ringraziamo il Signore per averlo donato a quanti lo hanno amato. Con voi siamo certi che è nella gloria dei santi a godere da vicino di quanto ha sperato nella sua vita.
Un abbraccio fraterno
Lucia e il CVS di Pescara
Non ho conosciuto Andrea, ma ho capito quanta bontà c'era in lui dal suo sguardo, dai suoi occhioni che non ti lasciavano mai, vi posso assicurare vivendo insieme a Lui gli ultimi momenti ha raggiunto il Signore con digbità e amore
Un fraterno saluto a tutti Voi.
Ci uniamo a voi nella preghiera, anche in silenzio durante il pellegrinaggio, è nel cuore di tutto ciò che portiamo. CVS Apostolato in Polonia, in particolare nella Diocesi di Bydgoszcz, ricorda il defunto. Ci ricordiamo a vicenda, ha trascorso del tempo insieme molto.