Convegno a Pescara su "Di fronte al dolore quale guarigione"
- 13 anni fa
- Il Convegno è stato organizzato dall’Arcidiocesi Metropolitana di Pescara – Penne, dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute... [leggi altro]
Incontro giovani della Emilia Romagna
Nei locali della parrocchia di San Paolo, a Cesena, domenica 24 maggio, i giovani e i ragazzi del gruppo attivo del Centro Volontari della Sofferenza delle diocesi di Cesena- Sarsina, Ravenna e Reggio Emilia hanno svolto il loro incontro regionale.
La giornata è iniziata con la preghiera delle lodi ed è proseguita con la lectio tenuta da don Andrea Budelacci, assistente del settore giovani di Cesena, che ha aiutato i giovani a meditare il brano del vangelo di Matteo 22, 1-14.
Don Andrea, commentando il brano del banchetto di nozze, si è soffermato sul fatto che gli invitati al banchetto rifiutano l’invito con delle semplici scuse e dei pretesti. Riflettendo bene, mi rendo conto che anche io, e forse anche altri, rifiutiamo l’invito alle nozze perché il Signore, quando ci invita alla festa, non chiede di partecipare passivamente. Lui ci invita facendo a ognuno di noi un dono speciale: la fede, e noi non possiamo fare nulla per ricevere questo dono. A volte pensiamo che la fede venga riservata solo ad alcuni, o che ci siano persone che la ricevono più di altri, pur sapendo che questo dono è dato a tutti; altre volte invece abbiamo difficoltà a corrispondere a questo dono, e dimentichiamo che ciascuno di noi è il primo responsabile del dono che ha ricevuto.
Durante l’incontro, è stata descritta anche la seconda parte della parabola, a mio parere la più importante. Quando si comincia il banchetto, entra il re e osserva gli invitati, ne vede uno che non ha l’abito nuziale, e lo caccia dal banchetto. Questo allontanamento rappresenta l’allontanamento dalla gioia, l’uomo senza la veste bianca, bella, potrebbe essere ognuno di noi, quando rifiutiamo il dono ricevuto. Il dono di Dio non è garantito automaticamente, non sottrae dalle responsabilità, tutti noi nel battesimo abbiamo ricevuto in dono da Dio la veste bianca che rappresenta il nostro abito nuziale, ma noi possiamo rovinare quest’abito indossando delle “maschere” o utilizzando dei “veleni”.
Dio ci chiede d’indossare il vestito bello, nuovo, perciò ci chiede di essere noi stessi, noi dobbiamo essere persone autentiche. Ogni giorno, però, può succedere d’indossare delle “maschere”, queste “maschere” sono il vestito che indossiamo ogni giorno, un vestito che ci va a pennello. Questo vestito copre quelle parti di noi che mai vorremmo che gli altri scoprissero, queste possono essere date dalle nostre paure e dalle nostre fragilità. I “veleni” invece, li possiamo riconoscere nei nostri peccati o in quelle che io amo definire “scorciatoie”, nei casi in cui ad esempio vorremmo avere tutto e subito, dimenticando che la fatica ripaga il risultato, oppure quando scegliamo di seguire vie diverse da quelle indicate da Gesù, ad esempio nel momento in cui preferiamo uscire con gli amici, piuttosto che partecipare ad un incontro parrocchiale o del Centro Volontari della Sofferenza.
Ogni persona, anche se a volte fatica a riconoscerla, ha una ricchezza umana che può essere paragonata a dei diamanti, e a noi spetta il compito di riuscire a dare un nome a questa ricchezza (doni), avendo poi il desiderio di comunicarli agli altri.
Dopo la messa in parrocchia, il momento del pranzo (preparato e offerto da chi ci ha ospitati), mi ha fatto sentir parte di un’unica famiglia, ed era come se ognuno di noi, anche se proveniva da diocesi diverse, si conoscesse da sempre.
Nel pomeriggio, i giovani della compagnia teatrale San Paolo ci hanno regalato un momento coinvolgente e festoso presentandoci il musical che aveva come titolo “Per le vie del mondo”, in cui è stata raccontata la vita di San Paolo, e in particolare i momenti più significativi della sua vita di fede.
Arianna Paglierani