Convegno Nazionale CVS
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Come i discepoli di Emmaus, in cammino con il Risorto!
Come i discepoli di Emmaus, in cammino con il Risorto!
Dopo alcuni anni, dal 28 aprile al 1° maggio, nell’anno Novaresiano, il CVS è tornato a Collevalenza (PG) dove si è svolto il convegno “Comunicare la fede nel tempo della sofferenza. Il contributo di mons. Luigi Novarese”
Moderatore del convegno, don Armando Aufiero che ha aperto i lavori introducendo la Delegata Nazionale del CVS Italia, Resy Rizzini, per il saluto di benvenuto e l’invito caloroso a vivere intensamente i giorni che ci siamo regalati. A don Luigino Garosio, vice Responsabile dei Silenziosi Operai della Croce, il compito di portare i saluti dei superiori e l’augurio di buon lavoro.
Due i relatori che hanno arricchito la nostra conoscenza sul tema: don Pier Davide Guenzi (assistente diocesano del CVS di Novara) e mons. Carlo Rocchetta (teologo e fondatore del Centro famiglia “Casa della Tenerezza”, Montemorcino (PG).
Il brano di riferimento che ha accompagnato i tre giorni del convegno è stato quello dei discepoli di Emmaus, che è stato così suddiviso:
- Sabato 28 aprile 2012: «…erano in cammino»
- Domenica 29 aprile: «…col volto triste»
- Lunedì 30 aprile: «…un “cuore” che “arde” »
- Martedì 1 maggio: «…partirono senza indugio»
Domenica 28 c’è stata la prima relazione tenuta da don Pier Davide Guenzi dal titolo: “La sofferenza interroga la fede”.
La relazione di don Pier Davide ha richiamato il cammino dei discepoli di Emmaus che tornavano a casa “…col volto triste”. Come Gesù con i discepoli, il relatore ha dato una chiave di lettura sulla sofferenza che opprime e si pone come SCANDALO, PROBLEMA e MISTERO! Ha elencato le domande di senso che tante volte ci poniamo: “Perché c’è quello che non ci deve essere? Perché si soffre? Perché io soffro? Chi è davvero coinvolto nel mio soffrire?
Don Pier Davide ha affermato che Dio risponde alle nostre domande come rispose a Giobbe, non spiegando la sofferenza, ma ci invita a riconoscerci creature che non sono in grado di comprendere fino in fondo l’IMMENSITÁ del suo Amore!
La sofferenza ci impone un cammino di ricostruzione della fede, per passare (come Giobbe) dalla fede trasmessa a quella autentica che nasce dall’incontro con il Risorto. Solo così essa diventa strada di REDENZIONE!
Non è che Dio permetta il male, ma permette che questo male diventi REDENTIVO!
Il dolore isola l’uomo e, da questo isolamento, nasce l’appello all’Altro e agli altri. Bisogna aiutare il malato a non disperare. La persona che si accosta all’ammalato deve essere il mezzo umano che sa lasciare lo spazio allo spirito di Dio che dona vita. La consolazione è il Dio che, attraverso la nostra presenza, diventa compagno dell’uomo nella sua solitudine.
Nel pomeriggio, divisi in gruppi, si è svolto il Laboratorio “Come la sofferenza prova la mia fede”, dove ognuno ha potuto condividere il proprio pensiero con gli altri.
In serata è stato proiettato il film “Quasi amici” di Olivier Nakache.
Lunedì 30 c’è stata la seconda relazione, tenuta da mons. Carlo Rocchetta: “La valorizzazione della sofferenza, come forma della fede provata”.
Mons. Rocchetta ha spiegato come dall’incontro con il Risorto nasce un “cuore” che “arde”. Nell’esperienza della sofferenza, dice, dobbiamo imparare a guardare in alto! Solo Dio può dare risposta e consapevolezza che tutto è Grazia o può diventarlo. (Santa Teresa di Lisieux)
Ha detto inoltre che :
- · “Nessuno soffre solo. Nessuno soffre inutilmente” (Paolo VI);
- · “Dio Amore ha sofferto per noi e con noi” (Spe Salvi);
- · Cristo continua ad offrirsi al Padre attraverso i sofferenti;
- · il sacerdozio del sofferente è vero!
Ciò che fa della croce un mistero REDENTIVO, spiega ancora, è l’offerta libera. Gesù dice: “Io offro la mia vita, nessuno me la toglie”. Ha poi rimarcato Il fondamento teologico del CVS: “Volontari della sofferenza perché la vostra è un’offerta libera. Non perché la sofferenza è cosa buona ma, se è offerta, diventa atto di amore”.
Davanti al sofferente che offre la propria vita, che vive nella fede, nessuno può dire che Dio non esiste! Ad una persona sana si può contestare tutto, al sofferente no! Tanti saranno guidati dalla loro luce. I discepoli di Emmaus, dopo l’incontro con il Risorto, diventano da dimissionari a missionari.
I sofferenti, con Cristo, fanno il passaggio da disperati a uomini e donne di Speranza!
Nel pomeriggio di lunedì si è svolta la Tavola Rotonda “La fede si racconta…”, moderata da Annalisa Caputo, con la partecipazione di Mauro Anselmo, autore della biografia di mons. Novarese “Lo spirito che cura il corpo”. Protagonisti della Tavola rotonda: Paolo Marchiori di Brescia, Floriano Scioscia di Bari e Zelinda Elmi di Perugia.
La testimonianza che hanno dato ha reso tangibile quanto ascoltato dai relatori. Quando nella sofferenza si guarda in alto tutto è possibile! Ed è vero che, davanti al sofferente che offre ogni giorno la sua vita, nessuno può dire che Dio non esiste! Perché, umanamente, non è possibile vivere una vita felice e con fede in certe condizioni.
A questo proposito, riporto alcune parole della testimonianza di Paolo Marchiori del CVS di Brescia, malato di SLA: “Ogni giorno, ogni momento, non vanno sprecati, solo amando potremo sperimentare cosa vuol dire vivere nell’amore come Gesù ha fatto con noi. Io di giorni ne ho sprecati tanti, quindi ora voglio, o meglio cerco di donare, per come posso, speranza e gioia di vivere. Questa condizione di malattia mi ha reso prigioniero del mio corpo, ma il mio cuore è ricco, libero, lieto, capace di amare, di sperare, di vivere con serenità e gioia. Non mi sento solo perché mi sento amato e perché amo”.
Questa impegnativa giornata si è conclusa con una serata di gioiosa festa, organizzata per tutti dal gruppo giovani.
Infine, è arrivato il giorno del ritorno a casa! Come i discepoli di Emmaus, “siamo partiti senza indugio” per portare nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, nei gruppi del CVS, la gioia che ha scaldato i nostri cuori.
L’immacolata, che ricordiamo particolarmente in questo mese di maggio, ci aiuti a custodire nel cuore la Parola del Signore e testimoniare con la nostra vita, sull’esempio del Venerabile mons. Novarese, la gioia del Cristo Risorto!
Equipe CVS.
Immagini del convegno!