Convegno a Pescara su "Di fronte al dolore quale guarigione"
- 13 anni fa
- Il Convegno è stato organizzato dall’Arcidiocesi Metropolitana di Pescara – Penne, dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute... [leggi altro]
Celebrazione commemorativa a Meldola
In data 2 Giugno 2011, presso la Casa N.S. di Fatima, a Meldola, è stato celebrato il ricordo della dipartita di Mons Luigi Novarese e sorella Maria Nanni; entrambi figure alquanto carismatiche sotto tutti i punti di vista, perché con forza di Gesu’ morto e risorto hanno trasformato la loro malattia in “GRAZIA”. Per capire meglio questo concetto, è stato fatto un mini-convegno sul tema: ”Educare all’amore per dare un senso al soffrire” la cui relatrice è stata sorella Nora Cocca, appositamente venuta da Brescia dove risiede.
Sono poi intervenuti i giovani, Ilario Gatta del CVS di Brescia e Ilaria Barigazzi del CVS di Reggio Emilia. Viene spontaneo prima di tutto chiedersi perché continuiamo a ricordare queste due figure, ed è proprio quello che sorella Nora ha cercato di farci capire con una breve relazione. Con Mons. Novarese e con coloro che a lui si sono uniti, tra cui appunto anche Maria Nanni, si è dato un valore alla sofferenza diverso da quello inteso comunemente.
Maria Nanni ha conosciuto Mons. Novarese nel 1949 ascoltando una trasmissione radiofonica avvertendo già da subito nelle sue parole qualcosa che l’affascinava, tanto da sentire il bisogno di scrivergli per chiedere informazioni più precise sull’Associazione di malati che aveva fondato, i Volontari della Sofferenza.
Da qui ella ha seguito le orme del Fondatore, e si è messa a servizio di Maria Santissima, vivendo appieno il mistero salvifico della sofferenza: pregare e offrire la propria sofferenza per il Papa, i Vescovi, i sacerdoti, per la conversione dei peccatori, per la riparazione dei peccati. Ognuno deve sentirsi costruttore della Chiesa, vivendo in modo più vivo la propria fede. Non in modo quindi passivo ma attivo, così come Maria Nanni fu oltre che una donna di preghiera anche una donna di azione. Da qui il concetto base del CVS che vede l’ammalato soggetto attivo nella Chiesa.
Si è poi passato all’intervento dei giovani e ha preso la parola Ilaria che, con un power point ci ha presentato una serie di domande “provocatorie” e risposte sul concetto di malattia. Ilaria è nel CVS da quando aveva otto anni ed ora si sta laureando in medicina, quindi è a contatto tutti i giorni con l’ammalato; vede come può essere diverso il concetto di malattia in ognuno di noi. Da qui appunto una serie di domande: che senso dò io alla malattia? Come mi rapporto con essa? Che posto ha il malato nella società? Come viviamo noi la malattia? Perché proprio a me? Dov’è Dio nella malattia?
Per le risposte siamo stati aiutati dal video di Ilario, dove veniva fatta una intervista a due “ragazzi”. Il primo, ateo, che a seguito di un incidente è rimasto con un leggero handicap ma con tutta una vita davanti che però non si accetta così come è; il secondo, malato di SLA, quindi con la vita a breve termine, ma che ha avuto la fortuna di fare un cammino affiancato da persone di fede e che dopo un viaggio fatto a Lourdes col CVS, è tornato trasformato e nonostante tutto ama la vita e ringrazia il Signore per quello che ha e dice di volerla vivere fino in fondo. La malattia fa paura, ma se vissuta in grazia di Dio, assume un valore diverso anche la nostra vita che vede nella sofferenza non una fine ma un inizio di cammino alla partecipazione al mistero pasquale di Cristo, rendendo così il malato apostolo di ogni situazione di sofferenza presente nella vita.
Alle 17,15 circa è stata celebrata la S. Messa all’esterno della Casa davanti alla Grotta della Madonna di Lourdes, presieduta da don Pietro Bonfadini dei SOdC che vive presso la comunità di Montichiari, con lui hanno celebrato don Emanuele Lorusso, Assistente Diocesano del CVS di Forlì-Bertinoro, don Roberto Rossi, che è sempre stato molto legato a Maria Nanni, e i sacerdoti anziani del seminario di Forlì. Ha quindi fatto seguito un momento di fraternità conviviale e ci siamo poi salutati dandoci appuntamento per l’anno prossimo.
M.R.