Convegno a Pescara su "Di fronte al dolore quale guarigione"
- 13 anni fa
- Il Convegno è stato organizzato dall’Arcidiocesi Metropolitana di Pescara – Penne, dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute... [leggi altro]
Commemorazione a Verona per il Prof. Cherubino Trabucchi
Si è svolta il 29 gennaio 2011, a palazzo Barbieri, sede del Municipio della città di Verona, la commemorazione del Prof. Cherubino Trabucchi (nel centenario della sua nascita e venticinquesimo della morte). Il nome dell’illustre psichiatra veronese si lega al CVS e ai SODC quando conosce il nostro Fondatore. Mons. Luigi Novarese aveva da poco realizzato gli esercizi spirituali per gli ammalati, e assieme al prof. Trabucchi organizzò gli esercizi spirituali per ammalati psichici.
Sia in ambito ecclesiale che sanitario, la cosa dovette sembrare parecchio strana (matti che uscivano dal manicomio e andavano a Re a pregare), ma l’esperienza si ripeté negli anni, ed è arrivata al presente con quelli che oggi chiamiamo Esercizi dell’Amicizia.
La notizia di questa commemorazione ci è arrivata all’improvviso venerdì sera, ma son bastate un po’ di telefonate e, al mattino del sabato, eravamo pronti a dire: “ok si parte ! ”.
Nella splendida Sala degli Arazzi del Municipio, ci siamo ritrovati Isabella (dioc. Padova), Riccardo (dioc. Vicenza), sorella Nora e sorella Carmelita da Montichiari (Brescia).
Lì erano presenti autorità locali, familiari, collaboratori ed amici del prof. Cherubino Trabucchi (era presente anche l’ex ministro Maria Pia Garavaglia).
Hanno preso la parola l’assessore alla Cultura Erminia Perbellini, l’allievo Luciano Bonuzzi, il collaboratore Luigi Caltroni, ed infine il figlio dello scomparso, Luigi Trabucchi (pure egli psichiatra). Le relazioni ne hanno tracciato l’opera professionale, extra professionale e fatto alcuni cenni sulla vita familiare.
Da questi interventi è emerso in modo evidente che il prof. Cherubino Trabucchi era un uomo tutto d’un pezzo (doveva in questo assomigliare parecchio a mons. Novarese). Nel suo operare professionale non faceva distinzione tra i valori laici e quelli prettamente cristiani, guardava all’uomo nella sua interezza, con l’attenzione però a non creare pregiudizi o divisioni, agendo da cristiano convinto, pure in mezzo a situazioni ed ambiti caratterizzati da aspetti assolutamente laici.
Siamo rimasti piacevolmente stupiti che tra le varie attività citate siano stati menzionati anche i “viaggi” a Lourdes e gli esercizi spirituali a Re, nonché i suoi contatti con la famiglia dei Padri Stimmatini di Verona.
Numerosi sono stati i suoi impegni professionali sia in ospedale che nel territorio. L’importanza dei valori della famiglia, l’avvio di un consultorio matrimoniale, di un cineforum per allontanare i giovani dalla strada, di corsi per fidanzati, nonché il suo impegno anche politico nei referendum sul divorzio e sull’aborto.
Credeva “nell’evoluzionismo positivista”, nella società che cambia, ma che nonostante le apparenze si evolve necessariamente verso il bene. Era “innamorato” dell’homo sapiens e attraverso di lui del suo Creatore. Nonostante le apparenze vedeva per l’uomo un futuro migliore, futuro si da costruire con mani umane, ma soprattutto un futuro guidato dalle mani sapienti di Dio.
Quando negli anni 50 la farmacologia aveva preso piede e prometteva di risolvere tutti i problemi medici, nello stesso periodo stava iniziando il boom economico e si prospettava la possibilità di un futuro migliore per tutti, la vita media stessa delle persone si andava allungando, lo psichiatra Trabucchi amava provocare i suoi interlocutori chiedendo: “nonostante tutte queste realtà positive TU SEI FELICE ?” Insegnava, ponendo questa domanda, che la felicità non appartiene al relativo dell’uomo, ma all’Assoluto del Creatore.
Fiducia quindi nel Creatore, ma anche fiducia nell’uomo, nell’homo sapiens che costruisce il suo futuro, consapevole dei due aspetti che lo caratterizzano: la pochezza delle realizzazioni umane nello spazio del relativo, ma anche la grandezza di chi cerca di realizzare la Volontà di Dio, e in chi realizza questo possiamo dire che: come uomini “non si può nascere, ma si può morire da innocenti”.
L’assemblea si è sciolta dopo il caloroso ringraziamento di uno dei figli, per la numerosa partecipazione, sottolineando che l’opera di Cherubino Trabucchi continua in coloro che oggi nel lavoro, nella famiglia, nell’impegno civile, agiscono anche nel suo ricordo.