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RE: ESERCIZI FAMIGLIE GENNAIO 2016
Finalmente arriva il programma degli Esercizi Spirituali per le famiglie: passeremo il capodanno a Re, con tanti altri fratelli e sorelle e VS del CVS; con gli amici di “RE” che non si riesce a incontrare in altre occasioni.
Che bello tornare il quel posto “magico” dove tutto si trasforma, per tutti.
Noi sappiamo che non è “magia” ma è presenza di Gesù, è divina provvidenza, è carisma del Novarese, dove la “diversità” non è un limite.
Il programma è bel tosto ma non ci spaventa; anche in alcuni oratori si aspetta lo scoccare della mezzanotte in compagnia di Gesù.
Sono proposti due momenti di riflessione il giorno e alcuni momenti di preghiera, la messa; la giornata è lunga: c’è tanto tempo per stare in compagnia, per conoscersi meglio, per fare tante cose insieme.
Il programma è impegnativo ma non è pesante: peccato per chi si ferma alla prima affermazione e resta a casa….
Due famiglie nuove accettano: siamo sicuri che si troveranno bene… però, resta sempre un pizzico di paura, forse perché pensiamo che “dobbiamo fare tutto noi” e ci fidiamo poco di LUI.
Ecco le testimonianze:
Durante i tre giorni a Re mi è piaciuto moltissimo cantare l’inno insieme agli altri ragazzi e mi ha commosso particolarmente il momento di preghiera “delle lanterne” quando con i propri familiari (o da soli) si sono espressi al Signore i ringraziamenti per l’anno appena trascorso e i desideri per il nuovo anno (Arianna).
E’ la prima volta che partecipo a un incontro ‘intensivo’ del CVS (giacché per me e mia figlia è una realtà, che abbiamo cominciato a conoscere da pochissimo tempo).
Devo dire sinceramente che la parola “sofferenza” contenuta nella sigla, mi provocava un certo disagio perché immediatamente la agganciavo all’idea di un certo “dolorismo” da cui ho sempre cercato di tenermi alla larga!
Nei giorni trascorsi a Re, mi è invece sembrato di capire che l’approccio alla sofferenza voluto da don Luigi Novarese tende sì, a riconoscere questa realtà della vita, ma in vista di un suo superamento, alla ricerca di un senso nuovo da dare all’esistenza (proprio attraversando la “porta stretta”- che Papa Francesco ha chiamato “giubilare”- della sofferenza).
Spesso ho letto che offrire accoglienza, calore e rispetto a tutti quelli che sono (o sono stati) profondamente segnati dalla sofferenza, apre alla dimensione più autentica e piena dell’uomo… a Re ne abbiamo fatto esperienza anche noi.
GRAZIE!
Mcarla
A Re io mi sono trovata alla grande, perché lì i ragazzi mi hanno insegnato a essere me stessa. Ho molto apprezzato i loro gesti di tenerezza, le ragazze presenti mi hanno invitata a mangiare, con Arianna, al tavolo degli adolescenti e mi hanno aiutata, cosa che le mie compagne non fanno nel paese dove abito e mi hanno coinvolta nei lavori e nei giochi. Questa esperienza a RE, era per me la mia prima volta, non conoscevo alcuno e nessuno mi conosceva, nonostante ciò, mi hanno accolta con gioia e, io, vorrei tornarci il prossimo fine anno.
Claudia