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Silvana, se la paralisi fa camminare la fede
Vive inferma da mezzo secolo eppure con la sua testimonianza ha incontrato e aiutato tante persone. “Ringrazio ogni giorno per il dono della vita”
LUCIANO ZANARDINI
Brescia.
Ogni mattina si sveglia e offre con umiltà e semplicità la sua vita al Signore. Da più di cinquant’anni è paralizzata in seguito alle complicazioni per una meningite tubercolare che la colpì quando aveva solo 20 anni. Oggi Silvana Berto, nonostante la fatica e la sofferenza di essere attaccata a un respiratore, continua ad avere fiducia nella vita, continua a essere segno visibile dell’amore di Dio per gli altri. Il suo cammino è in salita, in una sorta di Via crucis quotidiana fatta di molti incontri che diversamente, come lei stessa ammette, non avrebbe potuto fare. Fra le persone conosciute lungo il cammino, piace ricordare i rapporti epistolari (dal 1981) come madrina dei carcerati in un percorso che porta, ad esempio, Giuseppe, condannato all’ergastolo, a dire che “dopo 20 anni nella mia cella è entrato il sole”. Ma quel giorno il sole era entrato nuovamente anche nella vita di Silvana, perché “mi sentivo davvero di poter essere utile e di aver fatto felice qualcuno”.
A distanza si erano incontrate due storie di sofferenza con Silvana che comunicava quanto la “vita fosse bella, troppo bella, e meritasse di essere vissuta sempre”. E così la sua testimonianza ha una straordinaria efficacia. Silvana e Giuseppe hanno condiviso un tratto di strada e, se pur per ragioni diverse, le stesse problematiche con la speranza maturata che la vita, nonostante tutto, è sempre bella. Chiaramente la fiducia di Silvana sbaraglia anche i più dubbiosi, se non altro perché vedono una donna che forse non ha avuto dalla vita quello che in molti si aspettano, ma che alla vita ha dato tanto: “Se le gambe non camminano, devi poter camminare diversamente”. Con la sua semplicità e la sua sincerità Silvana entra facilmente in sintonia con chi si trova di fronte perché il malato non vuole essere compatito ma “compreso”. Ha avuto la forza di organizzare pellegrinaggi a Lourdes ed esercizi spirituali per gli ammalati a Re. Il suo attivismo è noto a Nuvolento in provincia di Brescia dove ha fondato il Gruppo Amicizia, un modo come un altro per coinvolgere la comunità e dedicarsi alla solidarietà, legandosi all’esperienza dei Volontari della sofferenza, frutto del carisma del venerabile Luigi Novarese che verrà beatificato l’11 maggio del 2013. Nella sua storia trovano posto anche molte lacrime, ma anche la consapevolezza di “non sentirsi mai sola: non è facile, ma se il Signore ti ha donato la croce, ti dà anche la forza di portarla”.Mezzo secolo di infermità significa anche ritrovarsi faccia a faccia con i problemi “perché la croce si presenta ogni giorno con un volto nuovo”. La sua testimonianza in una società che spesso finge di non vedere il dolore è un esempio di come la fede possa fare miracoli. A chi le chiede se cambierebbe la sua vita, Silvana risponde: “No, sono io che ringrazio per il dono della vita”.