AMOREVOL-MENTE, posso parlarti d’amore

Da sx: Arianna e Roberta

Arianna e Roberta

Il 17 aprile scorso alla casa di Montilgallo, il CVS di Cesena ha organizzato un incontro aperto ai giovani, ai familiari dei ragazzi del gruppo attivo  e a tutti i membri dell’associazione.  Con l’aiuto di Sorella Roberta Guastamacchia, abbiamo continuato a trattare il tema dell’affettività e della sessualità iniziato l’anno scorso, grazie al convegno che aveva per titolo: “POSITIVA-MENTE E AMOREVOL-MENTE , in punta di piedi tra sessualità e disabilità” (vedi precedente articolo).

Questa volta Roberta ci ha presentato una relazione dal titolo: “AMOREVOL-MENTE, posso parlarti d’amore.

Lei è partita da tre parole: amore, corpo e dono, ed ha chiesto alle persone presenti di dire parole collegate ad esse, per poi dare inizio all’incontro vero e proprio. in principio ha descritto il concetto di disabilità mentale, affermando che la persona con disabilità intellettiva, è una persona che ha sviluppato certe funzioni che non permettono quel funzionamento che riscontriamo nella maggior parte degli individui, ma siamo di fronte ad una mente frammentata, il mondo di queste persone è vivido, intenso, ricco di particolari e allo stesso tempo semplice, perché è concreto.

Sacks, afferma che nel danno cerebrale il concreto si conserva, con la conseguente conservazione della personalità, identità e umanità dell’individuo. Questo  ci porta ad individuare delle strategie da mettere in atto nella relazione educativa, perciò dobbiamo essere consapevoli che la percezione del concreto, anche in campo affettivo- sessuale scatena in loro una serie di impulsi difficili da controllare. Anche la persona “sana” può avere difficoltà a controllare gli impulsi, la soluzione al problema è la dilazione.
Dopo aver descritto cosa accade nelle persone con danno cognitivo, Roberta ha raccontato come vivono l’affettività e la sessualità i giovani di oggi.

I nostri ragazzi oggi sanno molto sul tema dell’affettività e della sessualità, ma molto probabilmente scoprono tutto questo da soli, con la conseguente difficoltà a “mettere in ordine”.

I giovani infatti, oggi sono “bombardati” da immagini, canzoni, film e giochi virtuali, e gestiscono la loro dimensione emotiva da soli. Vivono in una realtà che li porta alla relazione, alla reciprocità, e all’apertura all’altro, ma che allo stesso tempo causa situazioni di isolamento.

Noi possiamo aiutare i nostri ragazzi e i giovani, passando dal bisogno allo scopo, aiutandoli prima di tutto a sentirsi amati e accolti, e presentando loro la sessualità come esperienza della relazione, della tenerezza del dono di sé.
Come riusciamo a realizzare tutto questo anche coi ragazzi e i giovani “diversa-mente abili”?

Facendoci compagni di viaggio, accostandoci ad essi con profondo rispetto, aiutandoli a partire da sé stessi e rispondendo alla loro sete di relazione con gradualità e tempo.
L’amore infatti è la grande vocazione a cui ognuno di noi è stato chiamato. L’amore richiede non solo una profonda conoscenza di sé stesso, ma anche la capacità di aprirsi all’incontro con l’altro diverso da sé, libero da ogni atteggiamento possessivo.
L’amore poi, chiede un’apertura che sappia coniugare l’accoglienza, cioè la capacità di ricevere l’altro in sé, di progettare con l’altro l’accoglienza di una nuova vita e di una nuova storia, consegnandosi all’altro.

Il vero amore infatti, è l’accettazione di tutto ciò che è, che è stato, che sarà e che non sarà.

Arianna Paglierani (CVS di Cesena)